Sbagliare è umano, imparare è strategico

Sbagliare è umano, imparare è strategico

Sbagliare fa parte del gioco, ma la vera sfida è cosa ne facciamo dopo. Se a livello personale possiamo (più o meno) ammettere i nostri errori, nelle organizzazioni la musica cambia. Qui l’errore diventa una creatura mitologica: tutti sanno che esiste, ma pochi osano nominarlo. Si insabbia, si maschera, si trasforma in una gara a chi trova il colpevole.

Il risultato? Una organizzazione che inciampa sempre sugli stessi problemi, che invece di migliorare affonda nei suoi stessi guai. Ma ecco il colpo di scena: se invece di evitarlo, l’errore diventasse un trampolino di lancio per innovazione e crescita?

Project management: l’arte di andare oltre il visibile

Project management: l’arte di andare oltre il visibile

A prima vista, parlare di project management può sembrare banale, quasi scontato, soprattutto se confrontato con tematiche di grande impatto. Eppure, qualunque progetto – che sia finanziato, aziendale, personale o istituzionale – richiede sempre una dose consapevole di gestione. Non basta avere un bel piano su carta: per trasformare un’idea in realtà occorre agire, con passione e attenzione, per dare forma a ciò che, inizialmente, esiste solo nel regno dell’immaginazione.

Per me, il project management rappresenta molto più di una serie di fasi standardizzate. È lo specchio attraverso cui un’organizzazione rivela la propria cultura organizzativa: la capacità e la modalità di trasformare la vision, la mission e i valori in azioni concrete. Come sempre nei miei articoli mi interessa trattare aspetti diversi di un tema che vanno oltre la realtà cosiddetta visibile e materiale.